INVERNO 21

Sfilate Uomo
LA NOSTALGIA DEL FUTURO

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Sfilate Uomo
LA NOSTALGIA DEL FUTURO

“Facciamo cose belle di cui nessuno ha bisogno. Nessuno ha bisogno di quello che produciamo. Nessuno. Quindi ci deve essere uno scopo in quello che facciamo (…) per giustificare il fatto che utilizziamo risorse per fare”.

Gabriela Hearst

Nuove esperienze umane chiedono nuovi racconti e nuovi indumenti

Photo by Rodney Smith

I limiti imposti da questi tempi difficili hanno costretto brand e stilisti a concentrarsi sull’essenziale, cioè il prodotto: le ultime sfilate maschili sono state una bella sorpresa, è stato fatto molto, con poco e quanto è stato fatto è un inizio di risposta alle tante domande che il presente ha sollevato.

Assimilazioni e archetipi: il trionfo del mestiere

È iniziato un grande lavoro sugli archetipi, cioè i pilastri del guardaroba maschile. Abiti, giacche, pantaloni e cappotti restano riconoscibili ma la funzione e l’ordine gerarchico diventano fluidi, soprattutto cambia radicalmente l’indossabilità, che resta legata all’esperienza di comodità e comfort sperimentati con le tenute da smart working: Zoom ci ha resi indulgenti nelle nostre auto rappresentazioni, ma ci ha anche abituati a stare super comodi, non si torna più indietro.

Nuovi tessuti e nuove tecniche di fabbricazione permettono di lavorare su costruzione, forma, volume: la filosofia della sartoria è stata rivoluzionata e sganciata dai diktat del passato, ma il “mestiere” resta grande e più che mai indispensabile per lavorare all’officina del futuro.

Ermenegildo Zegna

Dries Van Noten

Ermenegildo Zegna

Dries Van Noten

Cosa ci è piaciuto?

L’uso del colore. Il nuovo total tonal look riduce la definizione di chi lo indossa, tutto appare più fluido, magicamente fa apparire più magri.

Abiti da indossare in casa. Ampi, iper-contemporanei ma con echi di forme passate, i nuovi abiti sono costruiti per essere comodi come tute.

Giacche leggerissime ma imbottite. Realizzate con la lana più leggera possibile, leggermente imbottite coniugano un volume appena accennato con sensazioni di scioltezza e rilassatezza.

Maglieria vera e finta. La maglia imita il tessuto, il tessuto imita la maglia: ancora una ricerca di vestibilità, di comfort, di texture estensibili.

Pattern distorti. Principe di Galles, motivi cravatta, geometrie ultra tradizionali: tutto si anima, si distorce, perde di definizione cercando di sorprendere la vista, senza però disturbare troppo.

Total Tweed. I tweed tradizionali diventano nuovi basici elevati, le forme e i disegni delle giacche si ibridano alla perfezione con le camicie, tutto è impregnato dall’aspetto della tradizione e dalla ricerca del comfort.

Grungy Tweed. Scozzesi dei nonni, aspetti invecchiati o seconda mano, cappotti oversize, pantaloni svasati -nei colori umili della tradizione maschile. La versione più giocosa e addomesticata dello streetwear.

Coperte di Linus. Voluminosi, gonfi, soffici. Tessuti protettivi e accoglienti creano corazze che in realtà sono tenere come abbracci.

Fiducia. Ne abbiamo vista molta alle sfilate, la mettiamo all’ultimo posto, ma dovrebbe stare al primo: fidiamoci del futuro che ci restituirà la gioia del concreto, della compagnia umana e la voglia di fare festa.
Abbasso Zoom!

VUOI TOCCARE?
Lasciati ispirare da Menswear Materials, il nostro ultimo libro di tendenza dedicato ai tessuti maschili. 

Scritto da Alessandra Alberto

Responsabile creativa di Alberto & Roy. Antropologa tessile e pioniera dello storytelling tessile, ricercatrice appassionata delle arti visive e amante della parola dice: “Il linguaggio, usato bene, crea storie e connette punti, ci rende umani, ci rende liberi”.

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